Chiesa di Santo Spirito

Piazza di Santo Spirito, 30. (Apri Mappa)
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Descrizione

La chiesa di Santo Spirito è una delle principali basiliche della città di Firenze. È situata nel quartiere dell'Oltrarno, la parte sud del centro storico, e con la sua semplice facciata domina la piazza omonima. Fu costruita sui resti del duecentesco convento agostiniano distrutto da un incendio nel 1371.La fondazione dell'ordine degli eremiti agostiniani in Toscana risale a un'iniziativa di Innocenzo IV: si trattava di un ordine mendicante ma di apostolato urbano. Nel 1250 due signori, Spinello Accolti e Omodeo di Guido, donarono al frate agostiniano Aldobrandino, residente in Arcetri, una casa e due vigne nella zona di Oltrarno per la costruzione di una chiesa, che venne originariamente dedicata, nel 1252, a Maria Vergine, allo Spirito Santo e a tutti i Santi. Nei documenti come le "Caselline", alludendo a una zona ancora di campagna con modesti casolari sparsi.Nel 1269 una comunità di frati Agostiniani si insediò stabilmente a Firenze e iniziò la costruzione di una chiesa sul luogo dell'oratorio originario, dedicandola al "Santo Spirito". A quell'epoca la parte di città oltre il fiume, già inclusa nelle mura urbane dal 1173-1175, era composta da un paio di "borghi", cioè agglomerati di case lungo le vie uscenti dai ponti cittadini, e campi, con i due complessi monastici più importanti situati a Santa Felicita e San Jacopo sopr'Arno ai quali si aggiungevano altre quattro chiese minori.Nella seconda metà del XIII secolo Firenze subì una fortissima immigrazione, che interessò tutte le zone dentro e fuori le mura, compreso l'Oltrarno, verso il quale venne costruito il nuovo ponte Santa Trinita. Quando nella zona fu ingrandita la cerchia muraria, quella di Arnolfo di Cambio, il complesso conventuale si era già ingrandito dal 1292, integrandosi con incisività all'urbanistica, alla vita sociale, politica e intellettuale del quartiere e della città in generale.Gli Agostiniani, al pari degli altri ordini mendicanti presenti in città (francescani in Santa Croce, domenicani in Santa Maria Novella, Carmelitani al Carmine), fecero della loro sede un importante centro artistico, teologico e culturale. Già nel 1287 il convento fiorentino aveva ospitato un importante Capitolo generale degli Agostiniani e nel 1284 era stato nominato "Studio generale dell'Ordine", divenendo un istituto superiore di studi teologici e filosofici. Per accogliere la folla che assisteva alle loro prediche venne presto creata, dal 1292, la primitiva piazza Santo Spirito.Fiore all'occhiello era la ricca biblioteca, che in un inventario del 1450 arrivò a contare 577 manoscritti. Il convento era frequentato da intellettuali e artisti. Francesco Petrarca instaurò un intenso rapporto con fra' Dionigi da Borgo San Sepolcro, il quale gli permise di studiare i testi rari presenti in convento e presentò il poeta a Roberto d'Angiò: grazie a queste frequentazioni Petrarca si avvicinò alla figura di sant'Agostino, che scelse come suo ideale interlocutore nel Secretum (1342-1434), ispirato alle Confessioni. Anche Giovanni Boccaccio frequentò il convento stringendo una stretta amicizia con fra' Martino da Signa: proprio agli Agostiniani di Santo Spirito lasciò in eredità la propria ricca biblioteca personale. Verso la fine del XIV secolo il frate Luigi Marsili fu amico e corrispondente, oltre che di Petrarca, di Coluccio Salutati e altri: la cella del frate divenne un importante luogo di ritrovo per numerosi umanisti della prima generazione. Anche nei primi decenni del XV secolo Santo Spirito rimase la sede privilegiata per il ritrovo dei circoli intellettuali fiorentini, con frequentatori come Leonardo Bruni, Poggio Bracciolini, Niccolò Niccoli, Roberto de' Rossi, Giannozzo Manetti, i quali formarono una delle prime accademia letterarie del XV secolo.Dal 1397 il Comune aveva stanziato una somma annua per la costruzione di un nuova basilica, da terminare entro cinque anni. Fu solo però dal 1428, dietro i pressanti inviti di Francesco Mellini, che si istituì un provveditore per i nuovi lavori, Stoldo Frescobaldi, appartenente a una delle più importanti famiglie d'Oltrarno.Intorno al 1434 la costruzione di una nuova basilica venne affidata a Filippo Brunelleschi, che aveva già lavorato, in Oltrarno, a San Jacopo e Santa Felicita. Dopo una lunga progettazione l'edificio venne iniziato nel 1444 e fu l'ultima grande opera del maestro. Dopo la sua scomparsa avvenuta nel 1446, il cantiere passò nel 1452 nelle mani di tre seguaci del maestro, Antonio Manetti, Giovanni da Gaiole e Salvi d'Andrea. I continuatori seguirono a grandi linee il progetto del maestro, ma non compresero a fondo la sua originalità, apportando numerose modifiche anche sostanziali, che stemperarono gli elementi più radicali secondo soluzioni più di compromesso, in linea col gusto dell'epoca.Nel 1471 un grave incendio distrusse i codici e molte opere d'arte della chiesa medievale. Salvi d'Andrea realizzò la cupola dal 1479 al 1481 e la facciata interna dal 1483 al 1487. Consacrata nel 1481, la basilica poteva dirsi conclusa nel 1487. Al 1489 risale la sagrestia di Giuliano da Sangallo.Dopo il 1492 fu ricovero per l'esule Michelangelo, che qui poté studiare l'anatomia dei cadaveri. Per ringraziamento lasciò il Crocifisso oggi in sagrestia. Il campanile, alto 70 metri, è opera di Baccio d'Agnolo, iniziato nel 1503 e terminato solo nel 1570.Nel XVI secolo l'architetto di corte Bartolomeo Ammannati elaborò un ambizioso progetto di ristrutturazione del complesso agostiniano, ma venne messo in opera solo il secondo chiostro, con la collaborazione di Alfonso Parigi il Vecchio.Con il passare dei secoli la basilica ha subito altri numerosi interventi, come il vistoso baldacchino barocco realizzato da Giovanni Caccini in collaborazione con Gherardo Silvani (1599-1608), posto sopra l'altare maggiore, che ha alterato le armoniche proporzioni brunelleschiane, soprattutto per quanto riguarda la visione prospettica di tutta la navata centrale. Il sontuoso tempietto, che doveva contenere il Santissimo Sacramento, unisce fantasiosamente architettura, scultura e l'arte del commesso (il mosaico fiorentino) in pietre dure.Verso il 1620 Giulio e Alfonso Parigi il giovane portarono avanti il progetto dell'Ammannati costruendo il Chiostro dei Morti.Il prospetto esterno della chiesa rimase spoglio, con pietre a vista, fino al XVIII secolo, quando venne intonacato.