Piazza Santa Croce

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Descrizione

Piazza Santa Croce (o di Santa Croce) è una delle principali piazze del centro storico di Firenze ed è dominata dall'omonima basilica di Santa Croce.

Questa zona anticamente era una vera e propria isola formata da due bracci dell'Arno che si separavano vicino all'attuale piazza Beccaria, per ricongiungersi davanti alle mura che passavano all'altezza di via Verdi-via de' Benci. Non a caso il toponimo del fossato restava nel nome dell'antica e vicina chiesa di San Jacopo tra i Fossi.

I francescani, giunti a Firenze nel 1226-1228, scelsero questa zona isolata per il loro insediamento.

Analogamente a piazza Santa Maria Novella, dove predicavano i domenicani, la piazza di Santa Croce nacque circa un secolo dopo, per contenere le folle di fedeli che ascoltavano le prediche dei frati dalla maestosa chiesa che nel frattempo era nata in quella che era stata l'Isola dell'Arno e che venne allora bonificata.

Essendo la piazza molto grande e di forma regolare, nel Rinascimento divenne il luogo ideale per giostre cavalleresche, feste, spettacoli e gare popolari, come il calcio in costume, che ancora oggi vi si tiene ogni giugno. 
Qui si svolse anche la celebre partita del 17 febbraio 1530, durante l'assedio della città. Pur stremati dalla scarsità del cibo, i fiorentini decisero però di non rinunciare ai festeggiamenti del Carnevale e addirittura, in segno di sfida verso gli assedianti, vollero organizzare una partita di Calcio in questa piazza, che per la sua posizione era ben visibile dalle truppe nemiche accampate sulle colline circostanti. 
Per ridicolizzare maggiormente gli avversari, un gruppo di musici si mise a suonare sul tetto della chiesa cosicché gli imperiali avessero un'idea più chiara di ciò che stava succedendo. D'improvviso una palla di cannone dalle batterie assedianti fu sparata verso la piazza ma questa volò sopra le teste dei musici e andò a finire oltre la chiesa non facendo alcun danno, accolta dallo scherno della folla e dagli squilli delle trombe fiorentine.

La piazza era delimitata da transenne il legno che delimitavano permanentemente l'area del gioco del calcio, ma alla fine del Settecento, sotto Pietro Leopoldo, vennero rimosse in favore dei pilastrini e delle panchine in pietra serena che si vedono ancora oggi.I lati sud e ovest sono occupati da alcuni palazzi nobiliari. 

Il lato nord presenta una cortina edilizia meno importante, ma ancora leggibile, almeno in parte, nella sua origine medievale, con edifici stretti e sviluppati soprattutto in altezza.La Basilica di Santa Croce si staglia inconfondibilmente sul lato est della piazza, con la sua facciata neogotica realizzata nell'Ottocento. 
Tra il Duecento ed il Trecento i Francescani si insediarono in città fondando questa chiesa, che grazie ai finanziamenti delle importanti famiglie del quartiere (i Bardi, i Peruzzi, i Cerchi, gli Alberti, i Baroncelli...), diventò una delle più grandi e più belle basiliche della città. 

Le sue grandi dimensioni riflettono anche la vastità della popolazione del rione, con la quale i francescani avevano intessuto un rapporto stretto e fecondo. 

Oggi Santa Croce è soprattutto famosa, oltre che per il corredo artistico, per essere il luogo di sepoltura di numerose personalità e artisti italiani: Michelangelo, Galileo, Machiavelli sono tra le più famose ad essere qui sepolte. 

Anche Dante sarebbe dovuto essere sepolto qui, e un cenotafio fu in effetti realizzato, ma la città di Ravenna, ultima meta dell'esilio del poeta, si oppose sempre fermamente. 

La statua di Dante sulla sinistra della facciata risale al 1865, anno delle grandiose celebrazioni dantesche, che furono, per il loro prestigio e opulenza, uno dei motivi che posero Firenze sotto i riflettori quando si trattò di scegliere una nuova capitale per il giovane Regno d'Italia.

Davanti alla chiesa, sulla sinistra si trova il Monumento a Dante Alighieri di Enrico Pazzi, in marmo, eretto in occasione delle trionfali celebrazioni per il seicentenario dantesco (1865). Sul piedistallo si legge: A DANTE ALIGHIERI L'ITALIA M·DCCC·LXV. Sotto, una serie di scudi rappresenta gli stemmi delle principali città italiane.

Dalla parte opposta della piazza è presente una fontana, rifacimento ottocentesco di Giuseppe Manetti (1816) di una fontana barocca realizzata da Pietro Maria Bardi nel 1673. 
Per quanto ricca di memorie storiche, la piazza, forse proprio per la sua vocazione prettamente pubblica, non contiene lapidi e targhe commemorative. 

L'unica eccezione sono i due dischi marmorei che segnano la "mezzeria", cioè la metà, per il campo del gioco del calcio. Il più ornato è quello sul lato sud, murato tra gli sporti del palazzo dell'Antella, con una lista di marmo scuro che contiene tre sfere di marmo rosso, verde e bianco e un'incrisione tutto intorno incisa in lettere capitali romane, con la data 10 febbraio 1566 ("1565" secondo l'uso fiorentino): · ALLI · X ·DI · FEBBRAIO · M · D · LXV · La grande piazza fin dalla sua origine fu teatro di feste, riunioni e celebrazioni cittadine. 

In particolare già dal Trecento e soprattutto nel Quattrocento vi si svolsero giostre e tornei a cavallo: i più celebri sono quello del 1469 per festeggiare il fidanzamento di Lorenzo de' Medici con Clarice Orsini e la giostra del 1475 di Giuliano de' Medici in onore di Simonetta Vespucci, celebrata dal Poliziano nel poema Stanze per la giostra.

Dalla fine del XV secolo la Piazza viene prescelta per il giuoco del Calcio. Due dischi di marmo, murati nel 1565 nella facciata del Palazzo dell'Antella e del palazzo di fronte, segnavano la metà del campo di gioco. La partita cominciava quando il pallone, lanciato dall'arbitro o "pallaio", contro uno di quei marmi (detti appunto "battipalla"), rimbalzava nel campo. Memorabile è la partita giocata da un gruppo di giovani fiorentini all'epoca dell'Assedio di Firenze da parte delle truppe imperiali, nel 1530: per essere visti dai nemici e in segno di spregio, i giocatori si vestirono in livrea. 

Dal 1865 al 1978 il gioco del calcio subisce un'interruzione poiché al centro della piazza venne collocata la statua di Dante Alighieri, poi spostata nella posizione attuale dopo l'alluvione del 1966 lo spostamento della scultura ha fatto sì che la piazza sia tornata ad essere campo di un gioco molto sentito tra i fiorentini dei quartieri del centro storico.

La piazza è ancora oggi usata per manifestazioni speciali, spesso concerti. Nell'agosto 2006 grande successo hanno avuto le letture della Divina Commedia tenute in piazza nel corso di 13 serate da Roberto Benigni, ripetute nel 2012 e nel 2013.